Home  CAM - Carcere, violenza e società

Il progetto Carcere, violenza e società è finanziato con i Fondi 8xMille della Chiesa Valdese.

Il primo anno di finanziamento (2016 - 2017) è stato per il Progetto "Carcere, violenza e società - percorsi di trasformazione".

Il secondo anno di finanziamento (2017 - parte 2018) è stato invece per il Progetto "Carcere, violenza e società - percorsi di trasformazione. Nuova Edizione".

Entrambi i Progetti si sono realizzati all'interno della Casa Circondariale di Sollicciano. I beneficiari sono gli uomini detenuti per reati di maltrattamento familiare e/o violenza sessuale contro donne e bambini e gli uomini in post pena affidati all'Ufficio di Esecuzione Penale Esterna o in messa alla prova.

Il progetto risulta in linea con gli obiettivi perseguiti dal Centro di Ascolto Uomini Maltrattanti (CAM), ovvero: la promozione di programmi di cambiamento per uomini che hanno agito comportamenti violenti contro le loro compagne e/o figli, al fine di contribuire alla sicurezza delle vittime e incoraggiare lo sviluppo e il consolidamento di atteggiamenti e comportamenti non-violenti.

Dal 2010 il Centro lavora in sinergia con il UEPE di Firenze e con gli operatori del carcere di Firenze, sulla base della L.119, per l’attivazione di percorsi di sensibilizzazione e supporto con i detenuti e con uomini in fase di conclusione della pena detentiva.  L’obiettivo di tale collaborazione, ormai consolidata, verte sulla strutturazione di una prospettiva integrata di intervento trattamentale a favore di soggetti che abbiano commesso reati in ambito familiare o soggetti per i quali si constati un problema di violenza.

Obiettivi

Gli obiettivi specifici per tale proposta progettuale sono:

  • Consolidare il lavoro in rete avviato nel tempo sia tra operatori dei diversi Centri di ascolto, sia tra operatori e stakeholder del carcere a livello locale (operatori, UEPE, dirigente dell’Istituto penitenziario, Garante dei diritti dei detenuti).
  • Offerta ai detenuti di una prospettiva di aggregazione, riflessione e cambiamento, nonché di ricostruzione di un Sè e di una dignità personale, sostegno emotivo e rielaborazione delle colpe, con la finalità di promuovere processi riparativi nei confronti delle vittime e ridurre un rischio di recidiva ai danni di nuove vittime potenziali.
  • Supporto degli uomini in messa alla prova nell’elaborazione della preoccupazione verso il futuro, dell’ansia dovuta alla mancanza di appoggi e di un posto di lavoro all’uscita dal carcere, del senso di colpa per aver arrecato un grande dolore ai familiari, della solitudine e del senso di esclusione e stigmatizzazione, della frustrazione e umiliazione dell’esperienza carceraria.
  • Diffusione dei risultati e delle criticità emerse dal lavoro in carcere con i detenuti e dal confronto avviato con gli operatori e gli stakeholder del carcere, al fine di avviare un dibattito locale che evidenzi i vantaggi dell’intervento e della metodologia attuata e contribuisca ad individuare strategie per il superamento delle criticità anche attraverso il confronto con gli operatori dei Centri di ascolto per uomini maltrattanti.

Le attività specifiche portate avanti sono svolte attraverso colloqui individuali in carcere con uomini detenuti nella Casa Circondariale di Sollicciano che segnalano il bisogno di riflettere, approfondire, condividere sul tema della violenza, in riferimento alla storia personale o al vissuto all’interno del carcere.

Fine ultimo di tale azione è la possibilità di avviare un percorso con il detenuto, da continuare nel futuro, nel momento della sua uscita dal carcere.

  • Gruppo in Carcere per uomini detenuti nella Casa Circondariale di Sollicciano per reati di maltrattamento, abuso e violenze.
  • Colloqui individuali fuori dal Carcere (messa alla prova, UEPE, ex detenuti): percorsi di accompagnamento, ascolto e assistenza, per l’uscita da percorsi violenti, volto a supportare un adeguato reinserimento nelle relazioni sociali.
  • Gruppo fuori dal Carcere (messa alla prova, UEPE, ex detenuti): gruppo di percorso strutturato, specifico per il lavoro sull’interruzione del comportamento violento, l’acquisizione di responsabilità ed interventi di tipo preventivo sulla possibile recidiva, con particolare attenzione alle funzioni e abilità legate alla genitorialità, per chi è padre.
  • Incontri con gli operatori del Carcere per la valutazione condivisa con gli operatori del carcere sull’andamento del progetto e per condividere punti di forza e criticità relative alla gestione dei singoli casi e sulla metodologia di intervento.

Risultati

I risultati dei progetti hanno mostrato che i soggetti detenuti richiedono attivamente supporto e avvio di percorsi di cambiamento e di uscita dalla condizione di violenza agita, nonché di ricerca e ricostruzione della propria identità di uomini. Nello specifico, le richieste degli uomini sono aumentate nel tempo dello svolgimento del Progetto in atto.

La difficoltà maggiore è stata invece quella di avviare un lavoro di rete funzionale alla strutturazione di percorsi integrati tra le varie professionalità che si occupano del soggetto detenuto.

A tal fine, si reputa estremamente importante che il lavoro fatto fino ad oggi in termini di percorsi e di rete possa avere una continuità nel tempo e possa esplicitare al massimo le proprie potenzialità.

Divulgazione dei risultati, Convegno 18 Ottobre 2018, Firenze.