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#FATTIDIPAROLE

Il CAM Sardegna ritiene di primaria importanza attivare azioni di prevenzione e di stimolo alla costruzione di una cultura della non violenza, a partire dalla scuola in quanto istituzione che, insieme alla famiglia, concorre in maggiore misura alla trasmissione culturale e valoriale.

La scuola rappresenta un contesto fondamentale per il processo di formazione dell’intera personalità, divenendo uno dei contesti primari ove realizzare piani di intervento per la prevenzione e il contrasto alla violenza sotto ogni sua forma. Da tempo, come CAM, lavoriamo con i giovani per incentivare la nascita di una nuova coscienza in cui il genere non crei disparità.

Il progetto #fattidiparole, sostenuto dal Comune di Arzachena, è stato condotto presso il Liceo Scientifico Falcone e Borsellino per un totale di nove incontri, al fine di aiutare gli studenti di una classe terza a comprendere e riconoscere le insidie sul web, dal cyber-bullismo ai reati legati al cattivo utilizzo dei social.

Il risultato del progetto #fattidiparole è confluito in un elaborato video interamente realizzato dai ragazzi, presentato durante la giornata conclusiva in cui è intervenuto il padre di Carolina Picchio - la ragazza suicidatasi a seguito degli insulti ricevuti sui social dopo la pubblicazione di un video che la ritraeva - per parlare alla platea e portare la propria testimonianza.

IO NON RECIDIVO

Intervenire per prevenire nuova violenza nelle relazioni affettive. Come? Attraverso il progetto dal titolo “IO NON RECIDIVO”, frutto della collaborazione tra l’ULEPE (Ufficio Locale per l’Esecuzione Penale Esterna) di Oristano e il CAM (Centro Ascolto Uomini Maltrattanti) Sardegna, che insieme, dal 2017, portano avanti una collaborazione per favorire il recupero degli autori di violenza.

Tre anni di esperienza condivisa per mettere al primo posto la tutela delle donne e dei minori, attraverso un lavoro complesso operato su chi la violenza la agisce: l’uomo. Confronto, lavoro di staff, impegno e formazione, che hanno aperto la strada verso l’ideazione del progetto “IO NON RECIDIVO” in partenza dalla seconda metà di quest’anno.

Rivolto al recupero degli uomini ULEPE, imputati e/o condannati - e/o sottoposti a misure di sicurezza per reati di violenza nelle relazioni affettive, il progetto si inserisce nell’ambito della giustizia riparativa e della tutela secondaria delle donne e dei minori. Gli obiettivi principali sono quelli di destrutturare i costrutti personali e sociali relativi alla violenza domestica dell’uomo, far sì che l’uomo riconosca il proprio agito violento e si assuma la responsabilità del proprio comportamento.

NO alla negazione, dunque e NO alla minimizzazione, tantomeno all’attribuzione di colpa verso le vittime. Passando per l’analisi dei fattori socioculturali, relazionali e individuali che sostengono i tipici comportamenti di abuso e sopraffazione, l’uomo sperimenta nuovi modi di relazionarsi che rifiutino la violenza nella risoluzione dei conflitti. Esprime soddisfazione il Direttore dell’ULEPE di Oristano, la Dott.ssa Carla Barontini, che ha evidenziato come sia importante attivare percorsi così strutturati, di contrasto alla violenza di genere.

Tale progetto nasce nell’ambito della Giustizia riparativa, modello di giustizia penale che coniuga esigenze di sicurezza sociale con interventi di responsabilizzazione degli autori di reato, restituendo così dignità alle vittime di reato. Al fine di implementare e dare spazio a progetti di questo tipo l’idea è anche quella di coinvolgere sempre più i Servizi sociali territoriali presenti nella provincia di Oristano dove i reati legati alla violenza di genere sono in aumento.

Codice GEO001.
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